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L’uso delle lingue nell’insegnamento e nella ricerca universitaria

In tutta Europa si assiste oggi a una crescente tendenza, più forte nelle discipline scientifiche che in quelle umanistiche, a usare l’inglese come lingua dell’insegnamento e della ricerca accademica. Questa tendenza a considerare l’inglese come unica lingua da usare per le pubblicazioni scientifiche e come esclusivo mezzo di comunicazione nei convegni internazionali (e anche nazionali) è in forte aumento. Non c’è dubbio che in questi contesti i vantaggi ottenuti sul piano della comunicazione internazionale dall’uso dell’inglese avvengono a spese di tutte le altre lingue.

Nelle scienze sociali e nelle scienze umane la situazione è simile. Nei paesi non di lingua inglese la necessità di far parte della comunità scientifica internazionale sembra richiedere l’uso della lingua inglese al posto di quelle nazionali.

Questo atteggiamento costituisce un vero pericolo sul piano linguistico, cognitivo e culturale. L’inglese non è un mezzo di comunicazione neutro, adatto a ogni scopo comunicativo. Attraverso l’uso generalizzato o addirittura esclusivo dell’inglese vengono ignorate o dimenticate importanti tradizioni, concetti, metodologie che sono state formulate in altre lingue. Inoltre le linee di sviluppo fondanti di diverse discipline – che determinano i temi e problemi cui dare rilievo – possono facilmente cadere sotto il dominio dei parlanti di paesi anglofoni. Ed è stato già dimostrato che questo influenza la distribuzione dei finanziamenti per la ricerca negli altri paesi.

  • L’EFNIL, l’associazione delle istituzioni linguistiche nazionali di molti paesi europei, guarda con profonda preoccupazione all’attuale tendenza a usare l’inglese come lingua dell’insegamento accademico nei paesi non anglofoni. La tendenza a usare l’inglese anziché le lingue standard dei diversi paesi per l’insegnamento e la ricerca universitaria limita gli ambiti d’uso di queste lingue e quindi mette in pericolo la diversità linguistica dell’Europa che è invece di fondamentale importanza per la diversità culturale e il benessere del nostro continente.
  • EFNIL riconosce pienamente l’utilità dell’inglese come lingua ausiliaria per la comunicazione fra scienziati e studiosi che non hanno un’altra lingua comune. Mette in guardia, tuttavia, verso l’uso di varietà ridotte dell’inglese come mezzo privilegiato o addirittura esclusivo per l’insegnamento e per le pubblicazioni in altre situazioni linguistiche, perché questo toglie valore alle altre lingue e le rende pian piano inadatte per la prosa scientifica. E non è necessario aggiungere che ciò aumenta la pressione cui sono sottoposti gli insegnanti e chiunque abbia una funzione didattica, e anche gli studenti che la cui capacità di astrazione e ideazione può risultare disturbata.
  • EFNIL riconosce i vantaggi dell’uso dell’inglese come mezzo di comunicazione internazionale, specialmente nelle cosiddette “scienze dure”, dove anche una forma semplificata di inglese può essere utile per spiegare sistemi semiotici internazionali come espressioni matematiche, tavole, formule chimiche e grafici. Tuttavia in questi casi accanto all’uso dell’inglese deve essere incoraggiato quello delle altre lingue per permettere ad esse di continuare a sviluppare un linguaggio scientifico di alto livello e anche di riuscire a far conoscere e a portare al grande pubblico problemi e risultati scientifici.
  • Gli studiosi dovrebbero usare le loro lingue native e, in aggiunta, quelle più appropriate al loro campo di studio. Non è necessario evitare l’inglese ma è necessario che l’uso dell’inglese sia considerato solo come una via secondaria per dimostrare l’importanza delle loro argomentazioni e dei loro risultati.
  • L’EFNIL pertanto rivolge un appello alle autorità accademiche e politiche dei paesi europei non anglofoni affinchè insegnanti e studenti vengano incoraggiati a usare le loro rispettive lingue nazionali per l’insegnamento, la ricerca e lo studio.
  • L’EFNIL, nell’interesse della diversità linguistica e culturale d’Europa, fa anche appello a professori, studenti e personale amministrativo delle università dei paesi anglofoni affinché perseguano lo studio e l’uso delle altre lingue europee, in modo da contribuire a conservare la diversità linguistica europea e i valori che essa porta con sé.

(approvato dall’Assemblea Generale dell’EFNIL presso l’Accademia della Crusca il 28 settembre 2014)

 

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